TRA i folti rami d’una ombrosa quercia
                
                    Sedea il Cucuglio nell’eccelsa parte,
                
                    Et d’altri varii augelli in su la sera
                
                    Ivi adunati da diversi luochi
                
                    Era anchor grande et abondante copia :
                
                    Così tra lor la Gazza entrata anch’essa
                
                    Volgendo a caso gli occhi in ver le cime
                
                    Di quell’antica pianta a scorger venne
                
                    Il Cucuglio, ch’in alto havea ’l suo nido :
                
                    E da certo mal d’occhi oppressa allhora
                
                    Mal discernendo quello in cambio il tolse
                
                    De lo Sparviero, et lui temendo tosto,
                
                    Ecco lo Sparvier, dice : e via sen vola
                
                    Senza fermarsi in quel medesmo punto.
                
                    Allhor tutti gli augei, che la sentiro,
                
                    Accorti de l’error, ch’ella prendea
                
                    Da la sembianza de le varie piume,
                
                    Dietro le sibillaro, in mille guise
                
                    Schernendo il suo timor fallace e vano.
                
                    Ond’ella accorta alfin così rispose.
                
                    Più tosto voglio esser da voi schernita,
                
                    Temendo in van del mal falsa cagione,
                
                    Che stando in gran pericol de la vita
                
                    Dar di piangermi a’ miei vera ragione.
                
                    Più grave appar, che la vergogna, il danno.